Dividend yield

L'indicatore finanziario noto come Dividend Yield (dividendo/prezzo) rappresenta il tasso di rendimento azionario. Consiste nel rapporto tra dividendo annuale per azione (pagato o atteso) e prezzo di mercato (di chiusura) riferito ad un titolo.

Può essere definito, in altri termini, il rapporto tra il complessivo monte dividendi ed il valore di capitalizzazione di una società.


Indicato con la lettera q, il dividend yield può essere ricavato dal dividendo staccato agli azionisti nell’ultimo esercizio (annuo) o nell’ultimo trimestre. Nel considerare i fattori stagionali, il DY trimestrale va corretto e moltiplicato per 4 (annualizzato).

Il dividend indica concretamente il rendimento di un investimento azionario in mancanza di guadagni in conto capitale. Si tratta di un indicatore di rendimento immediato del titolo: non considera possibili guadagni o perdite in conto capitale.
Costituisce, in tutti i casi, un indice di redditività quando si detengono azioni: misura lo stato di salute di una società.

Dividend yeld e payout: come si calcolano

Solitamente, al dividend yield si associa il payout. Cos'è? E' il rapporto tra i dividendi spettanti agli azionisti e gli utili maturati in un certo periodo. Il payout viene espresso in percentuale. Non sempre gli utili vengono distribuiti bensì vengono in parte accantonati per rinforzare lo stato patrimoniale in previsione di pagamenti di debiti o futuri investimenti.

Per comprendere la differenza di calcolo tra dividend yield e payout, ecco un esempio pratico.
A fine esercizio, il titolo della società Beta ha un valore di 15 euro. Il dividendo annunciato dalla società è di 0,60 euro per azione.

Il dividend yield si calcola in questo modo: 0,60/15 = 0,04. Il risultato, in questo caso, sarà del 4%.
La società Beta matura nello stesso periodo d'esercizio un utile per azione di 1 euro. Il payout si calcola come segue: 0,60/1 = 60%. Il che significa che la società distribuirà il 60% degli utili maturati.

Dividend yeld: indicatore finanziario trimestrale

In apertura, abbiamo accennato che il DY può essere annuo o trimestrale. Quest'ultimo va corretto e moltiplicato per 4 (annualizzato).

Esempio pratico: la società Beta, nel primo trimestre dell'anno, decide di distribuire un utile per azione di 0,10 €. A fine trimestre l'azione in borsa vale 13,50 €. Consideriamo anche che la società matura e distribuisce un utile pari ad 1/5 rispetto a quello annuo da distribuire.

Il valore trimestrale di 0,10 € deve essere, dunque, moltiplicato per 5 allo scopo di annualizzarlo. Ne consegue che il DY trimestrale della società è pari al 3,7%. Un dato che indica in modo approssimativo il dividend yield che si potrà ottenere a livello annuale.

Il DY, oltretutto, indica in quanti anni l'azionista potrà ripagarsi per intero l'investimento effettuato.

Che succede quando il dividend yield è troppo basso?

Un dividend yield troppo basso rispetto ai titoli di società competitor può segnalare per l'azienda la maturazione o la distribuzione di pochi utili.

Se la società matura pochi utili, il mercato potrebbe segnalare una richiesta di maggior efficienza (con aumento del fatturato o contenimento dei costi).

Se la società distribuisce pochi utili, il mercato potrebbe pressare sul management spingendolo a distribuire agli azionisti utili in percentuale maggiore. Se le esigenze finanziarie della società lo consentono, il management potrà, di conseguenza, incrementare il payout allo scopo di adeguarlo alla media del mercato.
Fermarsi ad un singolo dato non basta.

Un DY alto potrebbe segnalare risultati super positivi della società o elevate plusvalenze a seguito di operazioni extra. In questo caso, il dato sarebbe fuorviante, sopravvalutato, diverso da quello medio.
I valori potrebbero risultare diversi dalla media anche in riferimento ai prezzi di un titolo, quindi poco indicativi ed ugualmente fuorvianti per l'investitore.

In altre parole, anche un rendimento elevato può non rappresentare un dato del tutto positivo. Ogni euro che la società distribuisce in dividendi è un euro in meno da investire per rafforzare il capitale. Ne consegue che, gli stessi azionisti potrebbero guadagnare di più nel momento in cui cresce il valore del titolo grazie al rafforzamento del capitale.

Dividend yield: misura statica di rendimento

Il dividendo/prezzo funziona da indicatore di rendimento immediato e/o da multiplo per la valutazione di un'azienda.

Come tutti i principali multipli, il DY viene usato nell'analisi comparata per valutare il posizionamento di una società rispetto ad un'altra o ad altri competitor. Maggiore è il dividend yield, migliore sarà il giudizio espresso sulla capacità dell'azienda di remunerare il capitale investito.

E' un tasso di rendimento azionario immediato ed approssimativo, uno dei parametri che caratterizzano la formula di Black e Scholes per la valutazione dei titoli derivati in regime continuo.
Rappresenta una misura statica di rendimento che non tiene conto del rischio d'impresa.

Tuttavia, viene utilizzato spesso nella valutazione dei titoli azionari e citato di frequente dagli investitori.
Quando si sceglie di investire in Borsa, questo indicatore finanziario risulta essere molto importante. Attenzione, però: non va utilizzato come unico metodo di valutazione dei titoli. Il DY, come il Price Earning, da solo non contribuisce a prevedere l'andamento futuro dei mercati. L'investitore dovrebbe tenere in considerazione un panorama di variabili più ampio e diversificato



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