Dividendo

Con il termine dividendo, si indica la distribuzione di una parte degli utili di una società a una classe di azionisti, come stabilito dal consiglio di amministrazione della società.

Le azioni sono titoli a rischio. Per invogliare le persone ad acquistare azioni, le società offrono due vantaggi: rivendere l'azione acquistata sul mercato azionario e ricevere dividendi in base ai profitti maturati ogni anno.
I dividendi contribuiscono notevolmente a direzionare i prezzi dei titoli.


Non rappresentano una spesa per la società, bensì una riduzione dei profitti non distribuiti. Sono, senza dubbio, un indicatore della situazione finanziaria della società che emette azioni.

Che cosa è un dividendo?

In pratica, il dividendo costituisce una quota minima dei guadagni realmente ottenuti dagli azionisti in borsa. Secondo alcune stime, circa un ventesimo dei guadagni proviene dallo stacco delle cedole, mentre gran parte di questi derivano da plusvalenze realizzate tramite rivendita di azioni a prezzi maggiori di quelli d'acquisto.
Solitamente, attraverso piani triennali, le società quotate in borsa indicano il payout ovvero la quota di utili che intendono distribuire ai soci azionisti. Un payout del 50% è pari al 50% dell'utile netto maturato in un anno che verrà distribuito agli azionisti sotto forma di cedole. Più il payout è alto, maggiore sarà il prezzo delle azioni in quanto più redditizie.

Certe società potrebbero decidere di distribuire utili non in forma liquida (cash), bensì offrendo agli azionisti azioni di nuova emissione. In questo caso, si parla di crip dividend.
La decisione di distribuire annualmente i dividendi è ratificata dall'assemblea ordinaria ma è tipica degli amministratori, i quali stabiliscono tempi, modi e quantità dopo aver definito il bilancio ed aver considerato le necessità d’investimento della società.

Non viene distribuito l'intero utile ma una parte di esso: per legge va accantonata una percentuale dell’utile a titolo di "riserva legale" ed un'altra percentuale variabile come “riserva straordinaria”.

L'assemblea ordinaria potrebbe deliberare il totale reinvestimento degli utili nell’anno successivo. In tal caso, i soci che possiedono azioni ordinarie non possono vantare alcun diritto al dividendo.

Tuttavia, esistono certe categorie di azioni (come le azioni di risparmio o le azioni privilegiate) che integrano il diritto al dividendo minimo a fronte della limitazione nei diritti amministrativi (come il diritto di voto).

Azione e obbligazione: differenza di reddito

Scegliere di acquistare azioni o obbligazioni? Dipende da quali dei due titoli si rivela più redditizio, qual è la remunerazione attesa. C'è una differenza di fondo, però.

Le obbligazioni (bond) presentano certezze sui flussi di reddito alla scadenza tramite riscossione delle cedole. Anche il rendimento complessivo è certo.

Le azioni sono titoli a rischio, aleatori, senza scadenza. I prezzi possono oscillare notevolmente, salire o scendere bruscamente. Chi acquista azioni non può confidare su prezzi di rimborso alla scadenza né conoscere a priori le cedole.

Una società potrebbe subire perdite impreviste oppure destinare alla cassa una buona parte dell'utile in previsione di investimenti futuri. Di conseguenza, potrebbe decidere di distribuire dividendi minimi ai soci azionisti.

Il payout più basso potrebbe, invece, riservare sorprese inaspettate: utili maggiori accantonati a riserva che potrebbero far salire i prezzi delle azioni. A lungo andare, un payout basso potrebbe sostenere i guadagni dell'azionista, non in forma di dividendi percepiti ma, piuttosto, di potenziali plusvalenze.

La politica di pagamento dei dividendi

I dividendi possono essere calcolati secondo varie modalità:

  • stabile: garantisce un pagamento dei dividendi regolari anche in caso di entrate fluttuanti della società;
  • a obiettivo: si adatta alle variazioni delle entrate per raggiungere l'obiettivo sperato;
  • costante: la percentuale dei dividendi è fissata, l’importo varia a seconda dei guadagni realizzati;
  • residuo: distribuito in base al valore rimanente dopo aver sottratto le risorse necessarie per finanziare il patrimonio netto.

Generalmente, si utilizzano due strumenti per analizzare la politica dei dividendi:

  • il rapporto di pagamento (payout ratio) ovvero dividendi/guadagni per azione. Se il valore ottenuto è maggiore di 1, la società emittente paga più dividendi di ciò che guadagna;
  • la copertura dei dividendi (dividend cover): è il flusso di cassa proveniente dalle operazioni/dividendi.
    Un valore accettabile risultante dai calcoli è 2. Se il risultato è inferiore a tale valore, il livello di dividendi è insostenibile.

Rendimento azionario: come si valuta

Per valutare l'effettivo prezzo di un'azione, si utilizza l'indicatore price/earning ratio che consiste nel rapporto prezzo/utili. Se il multiplo risulta alto, potremmo trovarci di fronte ad azioni super comprate (overbought).
Il tasso del dividendo può essere quotato secondo l’ammontare in dollari che ogni azione riceve (DPS, dividendi per azione) oppure in termini di percentuale del prezzo corrente di mercato (dividend yield, rapporto dividendo-prezzo).

Il rendimento azionario (dividend yield) è dato dal rapporto tra dividendo distribuito per ogni singola azione e l'ultimo prezzo di borsa vigente in chiusura dell’ultima seduta.
Facciamo un esempio. Una società distribuisce un dividendo di 1 euro per azione. Nella seduta precedente, il prezzo di queste azioni ha chiuso a 20 euro. Il dividend yield è, quindi, del 5%, ovvero 1:20. Non è detto che un dividend yield basso coincida con un payout insufficiente. Potrebbe essere, invece, la conseguenza dei prezzi troppo alti delle azioni.

Tipologie di dividendo

La prima distinzione da fare è tra dividendo normale e straordinario.

Per il dividendo normale, l'azionista si aspetta una distribuzione regolare negli anni.

Il dividendo straordinario non presenta alcuna regolarità: non deriva da utili realizzati durante l'anno ma da una parte delle riserve di liquidità della società emittente.

In termini di erogazione, il dividendo può essere distribuito in contanti (tramite bonifico o assegno) oppure in azioni ("aumento gratuito di capitale"). In quest'ultimo caso, viene aggiunto in ogni portafoglio titoli degli azionisti il 5% di azioni rispetto a quelle possedute.

Esiste una terza forma di erogazione dei dividendi usata di rado: la distribuzione di prodotti aziendali.

Come si calcola il dividendo?

Per procedere al calcolo del dividendo bisogna seguire questi passaggi:

  • determinazione del numero delle azioni possedute;
  • conoscenza del dividendo per azione deliberato dall'assemblea degli azionisti della società;
  • calcolo effettivo della cedola.

Considera che S rappresenta il numero complessivo delle azioni possedute e che D indica il dividendo per azione.

La formula per calcolare in modo preciso il dividendo è la seguente:

D >>> dividendo per azione x S.

Passiamo subito ad un esempio pratico. Hai mille azioni di una società. L'assemblea degli azionisti di questa società ha deliberato un dividendo per azione pari a 0,5 euro.

D >>> 0,5 x 1000.

Incasserai, quindi, 500 euro.



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